Prima di essere schiuma saremo indomabili onde

Non puoi dire di conoscere il canottaggio se non l’hai mai praticato al mattino presto. C’è un qualcosa di divino nell’essere in acqua mentre la città si risveglia lentamente. Sul carrello di una barca, in fondo, Dio siamo noi.

onde

E iniziare a remare alle 7.00 non è un sacrificio, ma una scelta. Anche se nel mio rapporto conflittuale con l’arte del remo non ho ancora capito se siamo opposti che si attraggono o simili che si respingono.

Saremo indomabili onde

Tempo fa, Gigi Ganino disse che il mio problema non era la debolezza, ma la pigrizia. Aveva ragione. Da allora, però, le cose sono cambiate. Il canottaggio ha smesso di essere il mio chiodo fisso. Adesso è il martello. Perché per avere in pugno la sua vita, a un canottiere basta stringere fra le mani due remi. Lo fa sentire audace. E per lui il coraggio è quella cosa che lo spinge a sorridere sempre, anche quando ha paura.

Lone-Rower

Mi spingo lontano dal pontile, poi lascio che sia la corrente a spostarmi. Respiro a fondo, cercando la quiete prima di godermi la tempesta. Nel canottaggio sono arrivato a un punto in cui mi riesce di non sbagliare nulla. Tranne quando mi muovo. Peccato, per qualche minuto mi sono sentito un canottiere. E’ stato bello, finché l’ho immaginato. Adesso mi tocca remare e diventare una delle onde di cui spesso mi sento in balia.

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Però, l’acqua culla la tua barca e ti tranquillizza. Ti rilassi e inizi a prendere il ritmo del tuo respiro. Ti apri in attacco, la palata è fluida. La barca scivola veloce sull’acqua. E’ meraviglioso, almeno fino a quando dalla sponda Mario Palmisano non mi dice di aumentare i colpi. E’ in quel preciso istante che sento la schiena fare “speck”. Il dolore è forte, butto la testa all’indietro e malgrado la Luna non ci sia più da ore non riesco a trattenere un ululato.

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In qualche modo riesco a tornare al pontile. «Devi fare più addominali e lombari, mezza sega!». Grazie per l’aiuto Mario, ma sono bravissimo a farmi a pezzi da solo. Soprattutto perché sono più bravo a trattenere la pancia delle lacrime. Ma nonostante il dolore, rido. E parafrasando Luca Turci, una cosa che non ti aspetteresti mai è ritrovare un sorriso nell’ultimo posto dove avevi pianto.

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