Dove vai se il drag factor non lo sai?

Molto spesso, mi viene domandato quale sia la correlazione tra la prestazione sul remoergometro in funzione della posizione della leva (Damper lever), che regola l’apertura della bocca che convoglia l’aria al volano del remoergometro stesso.

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Senza dubbio, questa è una delle caratteristiche più incomprese del remoergometro Concept2. Sicuramente, la ragione più probabile di tale incomprensione è la complessità del calcolo del cosiddetto Drag Factor (DF), implementato nell’algoritmo del Computer (PM) che si trova nel Concept2.

Remoergometro: il Drag Factor

Come al solito, dobbiamo usare un po’ di fisica per capire di cosa parliamo. Le forze con cui un imbarcazione oppone resistenza al moto sono forze idrodinamiche e aerodinamiche. La prima è la forza d’attrito, che lo scafo genera con l’acqua. La seconda è la forza che il sistema scafo+remi+atleta genera muovendosi contro l’aria. Entrambe sono forze resistenti che dipendono dal quadrato della velocità (v2). Pertanto, la potenza dissipata sarà Fv, ovvero dipenderà dal cubo della velocità (v3).

Remoergometro

Sul Concept2, la simulazione di queste forze è solo di tipo aerodinamico e, maggiore sarà la quantità di aria convogliata all’interno del volano, maggiore sarà la resistenza generata. Chiaramente, se la resistenza cresce, di pari misura cresce anche la decelerazione del volano, dal momento in cui la fase attiva del colpo finisce. Ed è proprio in questa fase (il recupero), che il computer (PM) legge la decelerazione e capisce qual è il livello di resistenza della ruota, trasformandolo in valore di potenza che l’algoritmo, attraverso i sensori, ci restituisce sul Monitor sotto forma di Watt. Quindi il Drag Factor non è altro che un fattore di resistenza, che ci dice con che magnitudo la ruota decelera.

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Perché è importante capire Il drag factor?

Utilizzando il Drag Factor corretto, si concentra l’attività di indoor rowing sullo sviluppo di una buona tecnica, miglioramento dell’agilità (per valori bassi di DF) e capacità di coordinamento nella tecnica di voga (ritmo elevato). Un DF più alto genera una resistenza maggiore e avremo uno strumento per allenare maggiormente la forza a un ritmo meno elevato. Ricordiamo che un fattore di resistenza troppo alto sarà dannoso per la schiena e aumenterà il rischio di lesioni. Quindi, la comprensione della corretta impostazione del fattore di resistenza (DF) è un importante problema di salute e sicurezza nell’utilizzo del Concept2.

Sala-remoergometri

Questo metodo di “auto-calibrazione” compensa condizioni locali e tarature diverse delle macchine, rendendo identica la prestazione a prescindere dal livello di Drag Factor. Ovvero se la potenza letta dal PM sarà 300 W, a prescindere dalla posizione che la leva ha, ovvero che sia stata impostata a 1 oppure a 10, la prestazione risulterà assolutamente identica. Nel primo caso (1) registreremo sicuramente un ritmo più elevato rispetto al secondo.

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Per comprendere con un’analogia remiera quello che ho cercato di spiegare, basta considerare le leve che i remi possono avere. Con leve più pesanti, abbiamo maggior trasmissione di forza, ma non riusciremo a portare un numero di colpi elevato a parità di tipologia di imbarcazione. Esiste una leva ottimale per ogni atleta e imbarcazione, ma nessuna darà un vantaggio “illegale” rispetto ad un’altra. Altro esempio sono i rapporti utilizzati su una bici: nessun vantaggio tra rapporti diversi, ma solo una pedalata più agile o una più potente. Una corretta impostazione del DF consentirà a un’atleta anche di simulare al meglio le varie tipologie di imbarcazione: barche lente con DF più elevato e barche veloci con DF più basso.

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In conclusione, il livello di resistenza ottimale dipende anche da fattori personali (età, grado di allenamento, dimensione fisica) e  forse il consiglio migliore è che ogni atleta debba impostare a un suo livello il DF, generando il massimo comfort durante il ciclo di voga. Unico mio dubbio, da chiedere alla Concept2, è su come si comporta il PM al cambiare della densità dell’aria (altitudini diverse), perché se l’algoritmo non ne tiene conto, allora una prestazione in quota sarà diversa da una prestazione al livello del mare!

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