Il mio nome è Fabio e anch’io, come tanti altri, volevo essere un canottiere. Sono nato e cresciuto in Sardegna e fin da piccolo ho sempre avuto una forte attrazione per gli sport d’acqua. Vivevo vicino a un grande lago, così ho iniziato a praticare il canottaggio quando ero poco più di un ragazzino.
La sensazione che mi dava lo stare in barca mi ha fatto innamorare subito di questo sport. Tuttavia, ho dovuto abbandonarlo troppo presto. A 19 anni mi sono trasferito per iniziare l’università. Subito dopo la laurea e con un dottorato di ricerca in tasca, a 31 anni ho mollato tutto e mi sono trasferito a Oxford, in Inghilterra.
Vietato dire: “Non ce la faccio!”
Ho la fortuna di avere il fiume a due passi da casa e passo i primi mesi a guardare le varie squadre di canottaggio che si allenano mattina e sera. Sotto la pioggia e sotto la neve, con il freddo o con il caldo, loro sono in barca e io sono sempre lì a osservarli e scattare foto. Vorrei ricominciare a remare, ma sono 12 anni che non metto piede su una barca. Poi, ci sarebbe anche un’altra cosa. Giusto un “piccolo” dettaglio: ho la sclerosi multipla.
Passa un anno e ancora non mi decido. Ho paura che qualcuno si accorga di “quell’altra cosa”. Nel frattempo, ho memorizzato i colori dei remi di tutti e 36 i club di Oxford. Una mattina, prendo coraggio e decido che entro una settimana troverò un club che mi faccia remare. Tuttavia, il destino si fa sempre beffe di noi e la mattina successiva “quell’altra cosa” si è risvegliata. Mi accorgo che non riesco più a camminare. Entro nel panico e passo giornate intere a piangere, dandomi dello stupido per aver aspettato tanto.
Per fortuna, dopo 3 mesi le cose migliorano. Riesco nuovamente a camminare. Durante una festa, qualcuno mi fa notare che una delle persone sedute al mio tavolo è l’allenatore di una squadra maschile di canottaggio. Non ci penso due volte, gli porto una birra e mi presento: “Ciao sono Fabio e voglio remare nella tua squadra”. Mi guarda dall’alto in basso e risponde: “In questo momento non accettiamo principianti, ma se torni a fine anno non ci sono problemi”. La mia risposta è secca: “Ho già remato da ragazzo per diversi anni. Singolo, doppio, 4, 8, di coppia o di punta. Quello che vuoi, ma fammi remare”. Mi sorride e risponde: “E’ quasi mezzanotte ed è meglio che vai a riposare, domattina ti aspetto alle 5.30 per iniziare”.
Da quella mattina è passato più di un anno. Continuo ad allenarmi e gareggiare con la stessa squadra circa due volte al giorno. L’allenatore che un anno fa mi accolse nel club ha smesso di allenare, ma ha iniziato a remare e gareggiare con il resto della squadra. Non ho mai fatto sapere a nessuno nel club che ho la sclerosi multipla. Talvolta le giornate sono difficili, ma continuo a resistere. Le felicità di fare canottaggio in un posto come Oxford è più grande di tutto il resto. Sono consapevole che un giorno non troppo lontano sarò costretto a smettere, ma per adesso penso a divertirmi, praticando lo sport di cui mi innamorai da ragazzo. E’ solo un pochino più difficile, ma non è impossibile.
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