I 10 comandamenti del canottaggio

Braccia, schiena, gambe. Bastano tre semplici parole per riassumere il movimento che sta alla base del canottaggio. Ma conoscere la corretta sequenza di voga non è sufficiente a fare di un atleta un canottiere.

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Questo sport non è solo tecnica e fatica, ma molto di più. Il canottaggio è storia, cultura, arte. Senza dimenticare, come dice l’amico Nicola “Fuoridivoga” Messiga: «Il canottaggio non è solo massacrarsi di remoergometro. Prima di tutto è divertimento e passione». E visto che al remo non bisogna solo aspirare, ma anche credere, ecco a voi Il Decalogo del Canottiere.

I 10 comandamenti del canottaggio

1) Non avrai altro sport all’infuori di questo. Il canottaggio è una disciplina completa che, oltre ad allenare simultaneamente i principali gruppi muscolari, vi permette di mettervi alla prova continuamente. Non avete bisogno di altro.

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2) Non nominare il nome di Giuseppe La Mura invano. Il “Dottore”. Se esistesse un Premio Nobel per il canottaggio, porterebbe il suo nome. Nel 1980 ha inventato una tecnica capace di rivoluzionare questo sport a livello mondiale.

Il "Dottore", Giuseppe La Mura
Il “Dottore”, Giuseppe La Mura

3) Ricordati di santificare i fratelli Abbagnale. Inimitabili. Giuseppe, Carmine e Agostino. Se l’Italia e gli italiani conoscono il canottaggio il merito è delle imprese sportive di questi tre fratelli di Castellammare di Stabia, pluricampioni Olimpici e nipoti del dottor La Mura.

Nella foto a sinistra, Giuseppe e Carmine Abbagnale alle Olimpiadi di Seul del 1988. A destra, invece, Agostino Abbagnale e Davide Tizzano trionfano ad Atlanta nel 1996
Nella foto a sinistra, Giuseppe e Carmine Abbagnale alle Olimpiadi di Seul del 1988. A destra, invece, Agostino Abbagnale e Davide Tizzano trionfano ad Atlanta nel 1996

4) Onora Giampiero Galeazzi. Un vero cult. Un giornalista come non ne esistono più: ricco di passione e competenza. E’ stata la voce del canottaggio italiano e le sue mitiche telecronache hanno fatto entrare questa disciplina e i fratelli Abbagnale nella leggenda dello sport italiano.

Gian Piero Galeazzi
Gian Piero Galeazzi

5) Non uccidere… il canottaggio. Quando scendete dalla vostra barca non smettete di essere dei canottieri. Quindi, rispettate e onorate il vostro sport. Esiste un codice di comportamento etico. Seguitelo, sempre.

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6) Non commettere atti impuri. Esistono regole, non scritte, che vanno rispettate. Per esempio, mai lasciare il vostro pontile remando in avanti. Siete dei canottieri, non dei canoisti. Se la differenza non la conoscete nemmeno voi, non lamentatevi degli altri.

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7) Non rubare il compagno di voga d’altri. Inestimabili. Se non si rema in singolo, uno o più compagni di voga affiatati e motivati valgono oro. Se avete la fortuna di trovarli, non lasciateveli scappare. Mai.

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8) Non dire falsa testimonianza sui tuoi allenamenti. Sincerità. Nel canottaggio più ci si allena, più si diventa forti. Il corpo non mente e se non viene allenato si vede subito. Dire una bugia può far male solo a voi stessi.

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9) Non desiderare il compagno di barca d’altri. Invidiosi? Mai! Se il vostro armo non vince, la colpa è solo vostra e non dei vostri compagni di barca. Prima di cambiare squadra, iniziate a migliorare voi stessi.

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10) Non desiderare i quadricipiti d’altri. Invidiosi? Mai 2!!! Le gambe sono la parte più importante per un canottiere. Se non riuscite a ottenere i risultati sperati, significa che non vi allenate abbastanza.

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