Rowing in New Zealand

Nonostante la sua superficie sia di poco inferiore a quella dell’Italia, ha meno di un decimo dei suoi abitanti.  Anche l’ambiente e il clima sono molto simili, al nostro. Ma in più, vanta una popolazione di pecore non indifferente e una delle squadre nazionali di canottaggio (e non solo) tra le più forti al mondo.Ovviamente, stiamo parlando della Nuova Zelanda.

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Nel mondo remiero All Blacks sono entrata grazie a due ragazze: la carissima Holly Fletcher, incontrata in Cina e quest’anno atleta della nazionale under 23, e la simpatica Caroline Pearson, conosciuta attraverso il magico mondo dei blog. Tra noi è nato un interessante confronto tra le facce di una stessa medaglia: il canottaggio a livello nazionale raccontato da Holly, classe ’94, e quello junior del club di Caroline. A voi trarre le conclusioni, mentre io preparo i bagagli per trasferirmi laggiù.

Rowing in New Zealand

Quando e come avete iniziato?

Holly: «Ho iniziato a fare canottaggio negli ultimi 2 anni di high school, nell’estate del 2009. Avevo praticato nuoto agonistico per circa 7 anni e durante il periodo di vacanza dagli allenamenti, mia madre mi ha portato in un circolo per imparare a remare. Una settimana dopo, lasciavo il nuoto per iscrivermi definitivamente a canottaggio».

Caroline: «Faccio canottaggio da 4 anni. Ho iniziato alla fine del mio primo anno di high school, uno degli allenatori era un mio professore e mi consigliò di provare».

Holly Fletcher (al centro)
Holly Fletcher (al centro)

Com’è remare in Nuova Zelanda?

H: «Qui i canottieri devono avere una mentalità piuttosto rigida e ligia al dovere per essere in grado di fare quello che fanno, giorno dopo giorno, sommato agli impegni quotidiani come il lavoro o lo studio. Non è più uno sport estivo come lo era in passato ma, per essere veramente competitivi, è necessario allenarsi per tutto l’anno anche quando la mattina fa troppo freddo. Anche se il canottaggio non è lo sport più popolare (un po’ difficile competere con il rugby) è in rapida crescita che sta diventando molto più importante».

C: «Qui il canottaggio è un grande sport! Siamo attualmente il miglior paese al mondo e abbiamo atleti incredibili. La maggior parte delle persone conoscono i nomi dei nostri migliori vogatori. Non credo ci sia molto da cambiare nel nostro sistema, sembra andare abbastanza bene, considerando che siamo tra i primi al mondo!».

E se volessi entrare in Nazionale?

H: «Gli atleti che vogliono essere selezionati per la squadra nazionale prima devono partecipare ai Trials per la squadra regionale. Questi, poi, competono durante l’estate (ottobre-febbraio) per entrare in nazionale. Durante questo periodo ci sono dei test sul remoergometro: il 5000 nel mese di novembre e il 2000 a gennaio. Con questi risultati sommati anche ai risultati dei campionati nazionali a fine febbraio, viene stilata una lista di atleti che parteciperà ai Trials, che si svolgono un settimana dopo i campionati. I Trials consistono in un test sul remoergometro da 2000 metri e poi 5 giorni di gare selettive».

C: «Ovviamente, la nazionale è molto ambita, ma è veramente difficile farne parte!».

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E se volessi partecipare alle gare nazionali?

H:  «I “New Zealand club Nationals” si svolgono a metà febbraio (alla fine della nostra estate). Ovviamente, prima ci sono anche altre regate più piccole, ma è la gara culmine della stagione. Ci sono diversi livelli: “Novice”, “Club” e “Senior”, che sono rigorosamente per vogatori di club (cioè che non fanno parte delle squadri nazionali), e poi ci sono gli U20, gli U22 e le gare di Premier, che sono aperte a chiunque, ma di solito sono molto competitive».

C: «Tutte le gare ufficiali qui sono 2000 m, e abbiamo due regate nazionali all’anno, le nazionali per club e la Secondary School Nationals chiamata Maadi Cup, è il più grande evento sportivo della scuola nel sud del mondo, con oltre 2000 atleti in competizione».

Quanto vi allenate?

H: «La mia settimana si svolge in questo modo: ogni mattina nei giorni feriali alle 05:45 e Sabato mattina alle 7. Di solito una ventina di km o di fondo tutti insieme o di percorsi tirati. Durante la settimana nel pomeriggio facciamo 2-3 volte remoergometro, di solito un’ora e poi dei percorsi tirati. Abbiamo anche 2-3 sedute di pesi e una sessione di cyclette».

C: «Attualmente mi sto allenando 11 volte a settimana (3 volte remoergometro, 3 sessioni di pesi e 5 volte in acqua). Quando inizia la scuola, invece, ne faccio 7 (2 di remoergometro, una di corsa e 4 in barca)».

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E’ possibile combinare studio e sport?

H: «Qui è possibile studiare e remare. Attualmente sto conseguendo una doppia laurea, una in scienze e gestione dello sport e l’altra in management. Ci sono agevolazioni per gli studenti che rappresentano la Nuova Zelanda: vengono pagati i nostri studi più qualche rimborso spesa. Ma anche se non sei un atleta di alto livello esistono borse di studio universitarie».

C: «Durante la stagione remiera è difficile tenere il passo con lo studio. Penso che non veniamo aiutate abbastanza nella gestione del tempo. Quando saltiamo una lezione per viaggiare o allenarci, poi è difficile recuperare».

Che aria si respira nel vostro club?

H: «E’ importante avere un buon rapporto sia con il coach che con i propri compagni, dato che bisogna passare molto tempo insieme. Senza questi buoni rapporti, allenarsi e gareggiare competitivamente diventa più difficile. Ho sempre cercato di andare d’accordo, in modo sincero, con la maggioranza delle ragazze con cui ho remato, mi sono divertita molto e, anche se a volte non mi piace o non sono d’accordo con quello che il mio allenatore dice, è importante ascoltarlo perché altrimenti l’equipaggio non sarà in grado di lavorare insieme».

C: «In questo ultimo anno non ho avuto un bel rapporto con il mio allenatore, per fortuna ne ho avuti altri 3 che ho amato e rispettato quindi nel complesso posso reputarmi soddisfatta! Addirittura due dei miei allenatori erano ex membri della squadra nazionale e ne sapevano di cose».

E il canottaggio italiano?

H: «Non so molto del canottaggio italiano, ma tutti i canottieri che ho incontrato in Italia sono davvero eccezionali».

C: «Da quello che so mi sembrate abbastanza bravi. Ricordo che guardavo il doppio alle Olimpiadi di Londra. C’era il nostro equipaggio che all’ultimo ha vinto, proprio sulla coppia italiana. Che gara incredibile!»

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