Sono il numero 459: lungo di gambe, forte di braccia, inossidabile di cuore

Nella vita di una persona esistono dei momenti, non molti a dire la verità, in cui accadono cose straordinarie. A volte in un solo giorno si cresce addirittura di anni. A me è successo il 13 novembre del 2016. Durante il mio primo SilverSkiff, ho capito che il canottaggio non è la mia vita. E’ la mia storia.

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Non sono il depositario di alcuna verità assoluta. So solo che c’è il canottaggio nella storia che racconterò quando un giorno qualcuno mi chiederà di parlargli di me. Io sono il numero 459. Lungo di gambe, forte di braccia, inossidabile di cuore. Malgrado tutta l’acqua che mi piove dentro. Remo con passione, supero mille ostacoli e proprio quando penso di avercela fatta, cado in acqua. Succede sempre così. Ogni volta.

Canottaggio: sono il numero 459

Non esiste una regola per essere un canottiere. Solo un requisito: non aver paura di rischiare, senza pensare alle conseguenze. E’ così che si sceglie il canottaggio. E’ così che il canottaggio sceglie te. E io ho un talento speciale nel credere alle cose impossibili. Come inseguire i miei sogni sul carrello di una barca. Persino adesso che il tempo si è dimenticato dei miei vent’anni. E anche dei trenta. Ma non è mai troppo tardi. A volte è soltanto più difficile.

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Sono il numero 459 e il mio canottaggio non deve funzionare. Deve farmi stare bene. E in barca sono arrivato a un punto in cui mi riesce di non sbagliare nulla. Tranne quando mi muovo. Quando per incoraggiarmi mi dicono “fagli vedere chi sei”, nella mia mente penso: “guarda, è meglio di no”. E il SilverSkiff è una gara meravigliosa. Perché anche dopo 11 km di sofferenza, quando meno te lo aspetti succede sempre qualcosa di bellissimo. A un altro. Sono il numero 459, come canottiere faccio schifo, ma sdrammatizzo da Dio. D’altronde non tutti possono essere protagonisti, ma io sono comunque felice, perché ho capito qual è il mio ruolo.

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Sono il numero 459, non sono in grado di fare fuoco e fiamme sul carrello di una barca. Io proteggo la scintilla. Ho il canottaggio nel sangue, ma evidenti problemi di circolazione. Invece di superare gli ostacoli, ho imparato a cadere con stile. E le cose bisogna lasciarle andare. Come la propria barca. Il segreto è trattenerle negli occhi. Almeno quelle importanti. Sono il numero 459 e nel mondo del canottaggio non sono la roccia. Sono la goccia. Remo, ma non arrivo mai. Questione di tempistica. Che in questo sport, come nella vita, è tutto. E comunque quando lascerò per sempre il mondo del remo, me ne andrò esattamente come sono arrivato. Inciampando.

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