Master: oltre il tempo, oltre i tempi

L’attività del master è un viaggio nell’alfabeto del tempo, dalla “A” fino alla “I”, la boa degli over 75 anni. Al vincolo del risultato che apre le porte alle competizioni prestigiose per il giovane canottiere, il Master può sostituire la libertà di remare per aprire le porte dell’animo. Per andare sempre più lontano, alla conquista di sé stesso.

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Chi è in testa diventa testimonial privilegiato del nostro sport, custode dei suoi segreti. I sogni passano, se uno li fa passare. E’ vero, Liga. Ma niente paura, ci pensa la voga: questo è quello che mi hanno insegnato gli over che ho incontrato dalle mie parti.

Oltre il tempo, oltre i tempi

Cristoforo De Palma, gagliardo concittadino barese del Barion, con i suoi 78 anni, in gran parte vogati, è l’ highlander dei campi di regata. Bonario, longilineo, sorride alla vita. Di prima mattina è già a mare, fra i frangiflutti del fantastico lungomare di Bari. “Ogni volta che sono in gara, in partenza, chiudo gli occhi per un attimo. Respiro forte. Ascolto il mio corpo. Dentro di me so che ce la farò. Tagliare il traguardo è la mia sfida”.

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In verità, negli ultimi tempi, durante il percorso, è diventato irraggiungibile dai suoi avversari, tutti letteralmente più giovani di lui, incapaci di rimontare i secondi di svantaggio che compensano la loro minore età. Ai complimenti, Cristoforo risponde stringendosi nelle spalle, quasi disinteressato della medaglia d’oro appena conquistata. Il suo segreto? Non è la forza fisica né la resistenza“E’ Michelangelo Burdi! “ svela Cristoforo “…. classe 1931, 86 anni, indomito canottiere, presenza costante al Circolo, con il quale, appena posso, esco in doppio. -Devi saper sognare più degli altri-, mi dice sempre!”.

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Filippo Portoghese, 79 anni, vogatore del CUS Bari. In passato, insieme a Bruno Migotti, 77 anni, ha formato una coppia storica del canottaggio pugliese. Mancano dalle gare da un bel po’. Non hanno abbandonato l’idea di ritornare a farle. Filippo ha subìto due interventi chirurgici per la sostituzione dell’anca destra e anche sinistra. Tanti, ma tanti mesi di inattività. Poi il lento recupero. Ha ripreso a vogare sul remoergometro e ogni mattina, da più di sei mesi, è in palestra.

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“Ho sempre immaginato di poter riprendere a vogare. E ce l’ho fatta! Le mie gambe, però, non sono ancora in grado di reggere il peso del corpo per permettermi di salire e scendere dalla barca. Penso di poterci riuscire, per la prossima estate!”. Nel frattempo, Bruno sta preparando la barca per il nuovo esordio, un doppio in legno degli anni ‘80, dismesso dal CUS. Negli ultimi anni, ha rallentato il suo impegno sportivo, a causa di alcuni brutti incidenti. E’ stato investito due volte da ciclista, in strada, e una da singolista, a mare.

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“Non ho mai avuto paura”. Profugo istriano, scelse di diventare italiano dopo la guerra. “Quando i tedeschi bombardavano l’Istria, lanciando anche bombe-giocattolo, molte di queste non esplodevano. Con i bimbi della mia stessa età, 5-6 anni, le cercavamo, senza toccarle. Quelli più grandi, con il cacciavite, svitavano la spoletta per far fuoriuscire la polvere da sparo e disinnescarle. Non avevo paura. Chiudevo gli occhi per diventare invisibile e invincibile. Così ho imparato a sognare”.

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Al Circolo Canottieri Pro Monopoli, da quasi quarant’anni, in qualsiasi condizioni atmosferiche, ogni domenica si incontrano per uscire in barca. O forse, escono in barca per avere il pretesto di incontrarsi. Inseparabili. Sono Gianni Sardella, Leo Palmieri, Giuseppe Migailo, Gennaro Ciminelli. Quasi 280 anni, insieme. Al timone, Mino De Vincenzo, 93 kg. “Sono un falso-grasso” ha sempre affermato. E pare che i giudici, nell’ultimo campionato del mare di Brindisi, gli abbiano pure creduto. Durante i controlli, Mino ha avuto la soddisfazione di salire sulla bilancia per dimostrare che non pesava meno di 40 kg!

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Per i compagni più giovani del Circolo, l’andatura che assumono in allenamento è simile a quella dei devoti che seguono una processione. Pare che superino raramente i 12-13 colpi al minuto. Per questa ragione sono diventati il “4 jole dell’Ave Maria”. A rafforzare il misticismo dell’equipaggio, c’è la passione per il canto antico e religioso di Gianni e le frequentazioni passate con alti prelati di Gennaro. I cinque sorridono. Sempre. Assecondano le dicerie sul loro conto. “E’ vero. Ogni volta che usciamo dal porto di Monopoli viviamo un’atmosfera intrisa di devozione per il paesaggio che ci aspetta fuori. Abbiamo imparato ad ascoltare il canto del vento, i silenzi del mare. A riempire gli occhi delle sfumature della natura. La pace interiore est surtout” mi spiega Gennaro, professore di francese in pensione.

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Come dargli torto? Porto bianco, porto rosso, cala Paradiso e poi giù, fino all’Abbazia di S. Stefano. Quattro chilometri di anfratti incontaminati e paradisiaci. “..che tra l’altro, percorriamo in 19 minuti e 58 secondi”, puntualizza Mino, il timoniere. Per scelta, in barca, è vietato l’uso di strumenti segnatempo. E allora? “Da mare, basta ammirare i colori del cielo! Lo sguardo incontrerà il campanile della chiesa di S. Francesco. Sulla sua sommità, c’è un orologio! E’ quello il nostro cronometro!”, rispondono in coro. Persino la realtà dubita di sé stessa quando a sognare si è in cinque!

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3 Commenti

  1. Caro Vito, ciò che hai scritto su questi vogatori di diverse società pugliesi, mi ha fatto molto piacere. Hai centrato in pieno tutte le caratteristiche dei vogatori del Barion, del Cus Bari e del Circolo Canottieri Pro Monopoli. Atleti che ho conosciuto verso la metà degli anni 60, con i quali c ‘ è sempre stato moltissimo rispetto ed ammirazione. Grazie per le bellissime parole che hai scritto sul nostro equipaggio. Speriamo poter riprendere al più presto ad uscire in barca. Ad Maiora

  2. Caro Vito, solo oggi ho letto il tuo bell’articolo.
    Grazie per le belle parole che hai riservato a chi come noi esce con lo spirito sportivi e di amicizia ormai datata (50 anni)
    Purtroppo i tre “più giovani” hanno avuto problemi di salute che momentaneamente hanno bloccato le uscite.
    Abbiamo perso il mare estivo, ma ci vedrai presto uscire con la nebbia, pioggia e gelo e sempre sorridenti.
    Approfitto per darti i saluti di Roberto Elicio che dovremmo riportare con noi.
    Un abbraccio Leo

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