Nel canottaggio non è necessario vincere per essere un vincente

Qual è il segreto per arrivare primi? Come si fa a diventare i numeri uno, a non avere rivali? Se lo chiedono ogni giorno, di solito inconsciamente, migliaia di canottieri che si svegliano al mattino pronti ad affrontare la dose quotidiana di allenamento. Tuttavia, solo in pochi ce la fanno.

Caduta

Ma c’è una buona notizia. Perché se è vero che il vincitore è uno solo, di vincenti ce ne sono tanti. Già! Sì può vincere pur arrivando secondi, terzi, dodicesimi, ultimi. Perché il vero vincitore è chi, di fronte a una sfida, non si tira indietro. Un concetto che va ben oltre lo sport. E abbraccia la vita.

Essere un vincente senza vincere

Vince chi ci prova, chi si cimenta e va avanti, chi non ha paura di lanciarsi, chi non teme di cadere. Chi, la vita, la guarda in faccia. Con rispetto. Perché la sconfitta peggiore non è il fallimento in sé, ma decidere di non provarci nemmeno. Perché se l’uomo, nella sua storia, non avesse osato in ogni campo, sport compreso, non si sarebbe evoluto.

Davide Tizzano e Agostino Abbagnale
Davide Tizzano e Agostino Abbagnale

Vivremmo ancora nelle grotte, accenderemmo il fuoco con le pietre, comunicheremmo a gesti. Invece ci sono stati Ulisse, Cristoforo Colombo, Leonardo da Vinci, John Lennon. E Agostino Abbagnale. Che se si fosse arreso alla diagnosi di trombosi, all’inizio degli anni Novanta, non avrebbe regalato altri due ori olimpici all’Italia e quintali di emozioni agli italiani.

sul-pontile

Certo, le citazioni sono alte, per certi versi irraggiungibili. Ma è questo il senso. Vince chi scavalca i propri limiti mentali, i propri “no” (e a volte quelli degli altri). Vince chi fa tutto questo a 10, 20, 60 o 90 anni. Anche, o soltanto, per partecipare a una gara regionale. L’importante è farlo con convinzione. E con passione.

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