10 cose che una donna CisAlpha ha imparato dal canottaggio

E io che, oltre a voler esser canottiera, miro pure a scrivere il lemma Fiume, nell’Enciclopedia Sociologica dei Luoghi (ESL), cos’ho imparato dal canottaggio?

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Duro lavoro e poca gloria di cui, solo uomini (e donne) straordinari, intravedono la bellezza nascosta … come scriveva George Yeoman Pocock a pagina cinque del mitico romanzo Erano ragazzi in barca? E qui, vi avverto subito, il rischio della superkappa è dei più alti.

10 cose che una donna CisAlpha ha imparato

1) La metafora del Fiume. Viviamo tra due sponde, tra rigidità e caos: l’armonia è favorita dal costante riassetto della propria postura, del timone, dell’Assieme tra queste due sponde.

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2) Complessità. Nulla è più complesso del gesto tecnico remiero: se lo pensi per parti, rischi di confondere il colpo, per esempio, con il Tutto. Se, invece, provi a concentrarti sugli errori che fai sul finale rischi, poi, di sbagliare l’allungo sul carrello. Tutto il gesto completo è un Assieme a cui, dopo i primi anni di praticantato, ti devi proprio abbandonare. Ci si deve innanzitutto lasciar andare, senza frenesie onnipotenti di controllo: solo vivere.

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3) Testa in barca. E certamente, con “testa” non si intende solo il cervello, ma cuore e corpo, sole e amore … Tanto più se sei donna alpha e, in una società patriarcale, tu ti sia destreggiata – per difenderti – identificandoti con il tuo cervello da Atena, o con i tuoi bicipiti guizzanti da Artemide, oppure con la tua postura ipercontrollante da Era o, magari, solo con il tuo lato B di generosa Afrodite, tu, dicevo … rischi di perdere la direzione che solo il tuo più solido, gioioso e calmo baricentro – il tuo plesso solare – può guidare: testa in barca, tenendo ben teso l’assieme di quadricipiti, addominali e dorsali che collaborano tra allungo, colpo, svincolo e finale, ben in asse orizzontale.

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4) Assieme. E’ proprio il punto 3, nutrito e sostenuto dalla consapevolezza di quanto al 2 e all’1, che sostiene e ti dà forza. In uno sport così duro è il lasciarsi andare allo scorrere dell’acqua, all’andatura della barca, al ritmo delle tue compagne e su e giù, un’unica testa, che tu, pur sorreggendoti con lo sguardo ad un punto indefinito tra le la coda di cavallo e le scapole di chi rema di fronte a te, puoi porti a tal punto in relazione con il Tutto, da non farti perdere, con il tuo sguardo laterale, neppure la luce del sole sprigionata dai gorghi del tuo remo…

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5) Nine bodies, one mind – nove corpi, una mente sola, così come recita nientepopòdimeno che un adagio dell’Oxford University Women’s Boat Club. L’importanza, il mistero e la magia dell’Assieme è tale che, oltre a smantellare, remata dopo remata, ogni velleità dell’Io, fa sì che tu scopra come sia illusorio pensare che sia il controllo a rendere potente e veloce il colpo. E’, invece, l’intero movimento a generare sia la potenza delle singole remate che la velocità dell’intera barca.

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6) Fiducia. Si dice che la fiducia è ciò che permetta di gestire la dipendenza dall’altro. Se questo è vero, è l’affidarsi all’Assieme che regola il rischio di dipendenza dalle compagne, valorizzando, permettendo di riconoscere il singolo apporto di ciascuno.

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7) L’insostenibilità alpha di alcune canottiere. Proprio in un ambiente ostile come un fiume, ma anche dovendo spostare i 150 kg di lega al titanio dell’8 iole, affidarsi alle compagne, scoprire come l’unione faccia la forza gradualmente demolisce la tipica strategia da donne alpha: a volte, infatti, affrontiamo il mondo con una postura da tracotanti free riders, sentendo solo su di noi il suo peso e la responsabilità. E poi, ragazze, ma chi ce lo fa fa a essere alpha? Riflettiamoci bene …

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8) La teoria dei giochi e la remata di punta. Dicesi teoria dei giochi quella che studia le modalità con cui individui, gruppi e organizzazioni prendono decisioni per ottenere un vantaggio in situazioni in cui, altri soggetti fanno altrettanto. La teoria presume che tutti i players si comportino in modo razionale e strategico, senza abbandonarsi alle emozioni e tenendo conto delle mosse degli altri giocatori. Tutto questo posto, ma ci avete mai pensato a quanto l’asimmetria (ma anche le emozioni) della remata di punta disturbi, in sé, l’assieme cooperativo? Difficile, infatti, remare muovendosi, all’unisono, come se in barca si fosse, allineate, come un’unica testa. E’ esattamente lì che il punto 3, la Testa in barca, consente il punto 4, l’Assieme, e quel poco di individualità che il canottaggio consente, si gioca esattamente in quel momento lì: con il proprio baricentro ben saldo si ammortizza, diciamo così, l’asimmetria della remata di punta, in un’efficace comportamento strategico e, chissà … anche l’“equilibrio di Nash”;)

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9) La perfezione deriva dall’imperfezione. Così come non bisogna aver paura di fare errori, perché non c’è altro modo per imparare come si vive, recita Alfred Adler, allo stesso modo mai lamentarsi, neanche in silenzio, si badi bene!, se il tuo allenatore, dopo anni che sbavi, e ti alleni e sbavi ancora, non ti fa gareggiare nelle barche di punta del tuo Circolo remiero. E anche se non sono le performance o le medaglie a interessarti, ma quella magica sensazione dell’Assieme che solo equipaggi collaudati e con anni di canottaggio alle spalle possono darti. E’ certo: si impara di più in barche con meno esperienza: solo così finalmente capisci che l’assieme è – innanzitutto – capacità di relazione, con le compagne, con la barca e il fiume. E se la Capovoga è corta sul carrello, tu, per seguirla sempre, imparerai a chiudere il tuo colpo con un finale più efficace.

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10) Canottaggio e donne alpha. E, infine, ho imparato che noi donne Alpha, con il canottaggio, diventiamo, in realtà … CisAlpha. E questo proprio alla premiazione degli ultimi campionati italiani Concept 2 di canottaggio indoor (in cui, per la cronaca, abbiamo fatto incetta di medaglie), ce l’ha detto il nostro SeniorSuperCoach Giulia Benigni. E si sa … ciò che dice un’allenatrice SuperAlpha, ma anche Mega, è in-di-scu-ti-bi-le.

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