Una vita in vacanza

Dopo un’uscita mattutina in barca, mentre sei sotto la doccia con un’espressione di appagamento, e provando un senso di benessere, confessi a te stesso che il resto della giornata non potrà offrirti niente di meglio di quanto ti abbia già dato? In qualsiasi stagione dell’anno, durante l’allenamento in acqua, sei sempre attento a cogliere l’armonia dei suoni della natura, la delicatezza dei suoi profumi, l’intensità dei suoi colori?

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Durante il lavaggio dell’imbarcazione, chiedi con insistenza ai tuoi compagni: “Ma domani ci vediamo di nuovo?”. Sì? Bene. È molto probabile che anche tu sia un canottiere master consapevole di poter vivere una vita in vacanza. Anche se poi, arrivata l’estate, la vacanza entra nella vita.

Una vita in vacanza

Sono le 6,30. Oggi è il 14 agosto. Fa già caldo. Master più o meno stagionati si preparano a tirare fuori l’otto jole da mare, intrappolato in un angolo del locale adibito a deposito.  Tutti gli spazi sono ottimizzati per contenere ai lati il maggior numero di imbarcazioni: lunghe e corte; di coppia e di punta; fuori scalmo e jole. E tra le due scaffalature laterali di sostegno, due motoscafi poggiati su carrelli. Muovendosi con esperienza, si riesce a fare spazio e a liberare, subito dopo, la lunga jole, che viene sollevata a braccia. Per raggiungere il mare è necessario attraversare una strada. Automobilisti disciplinati si fermano e, quasi in contemplazione mistica, lasciano passare il corteo che regge la barca regina. Il faticoso rito dei preliminari si chiude con destrezza, adagiando l’imbarcazione sulla superficie dell’acqua.

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Sono le 6,50. Domani è ferragosto. Neanche in vacanza questi irriducibili master rinunciano al sudore. All’odore del vento. Al sapore del sale. E neppure in luna di miele! Nel mio Centro, è nota la storia dell’ottuagenario Filippo Portoghese. Scelse Ravenna come destinazione del suo viaggio di nozze, sede di una regata nazionale. Era il 3 agosto del 1969. Si allontanò dall’albergo con un pretesto. L’allenatore Bepi in auto e Bruno, il suo compagno di doppio, in barca, lo attendevano complici. Dopo due ore, sudato, stanco e con la medaglia al collo ritornò nel talamo nuziale, confessando la scappatella. Maria, sorrise. Aveva già capito tutto. Non era un caso aver incontrato Bruno, in Piazza del Popolo, il giorno prima!

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Sono le 7. La temperatura è già vicina ai 30 gradi centigradi. Emmanuela, master della Canottieri San Cristoforo di Milano, è pronta sul pontile. Per le vacanze, ha scelto Laureto, frazione di Fasano. Davanti a me, il giovane Michele che, dopo la brillante carriera da peso leggero, ha intrapreso la strada da allenatore e, nelle pause estive di lavoro, torna nella sua Monopoli. Viene da molto lontano Wendy, sculler del Mosman Rowing Club Sydney. E poi ci siamo noi, i vacanzieri di Polignano a mare. I vicini di casa del CUS Bari. Sempre sorridenti e indiscutibilmente ospitali sono gli amici del Circolo Canottieri Pro Monopoli. “L’accoglienza è un valore che fa parte della nostra storia societaria” confida il suo presidente. E se il New York Times, in prima pagina, riporta questo luogo come simbolo delle qualità turistiche della Puglia, una spiegazione l’ho trovata.

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L’8 jole esce dal porto con il suo carico di anni, diverso su ogni carrello. Qui si realizza un evento prodigioso: il gesto della voga mette in comune il meglio di sé e annulla queste differenze, producendo una spinta in acqua che amalgama le diversità. Un solo colpo, un solo corpo, una sola età….. Per le tabelle federali è la media. Si voga verso Sud. Il capovoga Gianni porta un ritmo di 24 palate al minuto. A sinistra c’è il litorale, ricco di anfratti e cale con scogli a picco sul mare, custodi di spiagge incantevoli. Cala Porta Vecchia è la prima che si incontra. A seguire, tutte le altre dai nomi sempre più suggestivi. Cosa pensare di Cala Paradiso? Che non ci sono altre parole per descriverla! Mare verde smeraldo e fondali quasi del tutto sabbiosi!

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Sudore. Afa. Un tuffo in acqua è l’idea ricorrente. A fine allenamento, sarebbe poi rivitalizzante! Tiziano, fra i più giovani, esperto del luogo, passa all’azione. Con una tecnica collaudata, in un batter d’occhio è già in mare. Lo seguono altri, con gesti più o meno goffi. E tocca pure a me! È in questo momento che li vedo passare. Stanno rientrando in porto, con la proverbiale flemma che li ha resi famosi. Sono quelli “dell’Ave Maria” (ne abbiamo parlato qui LINK), i 5 prodi canottieri che da oltre 40 anni, senza interruzioni, escono in 4 jole per l’allenamento del week end e delle feste comandate. Sorridenti. Incorreggibili sognatori. Mi hanno, finalmente, svelato il loro segreto. “Il bagno deve essere fatto in un giorno particolare, alle prime luci dell’alba” sentenzia Gennaro,  le professeur.

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Sulle coste che vanno da Polignano a Villanova è tradizione secolare che l’1 settembre, nel momento esatto in cui il sole sorge, si immergano almeno i piedi nelle acque del mare, per assicurarsi benessere fisico per tutto l’anno. A questo gesto, inoltre, la credenza popolare accredita anche miracolose guarigioni. Per il canottiere, l’evento si trasforma in un’affascinante esperienza in barca: vogare nella penombra dell’aurora, in attesa della luce del Sole e del susseguente bagno propiziatorio! Sull’efficacia del rituale, la scienza non si è mai espressa. Ma, voi non ci provereste l’anno prossimo? Buon bagno!

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