Avevo tutto sotto controllo. Poi, un giorno, sono salito in barca

Credevo di avere tutto sotto controllo nella mia vita. Poi, un giorno, sono salito in barca. E il canottaggio mi è arrivato addosso a valanga, stravolgendo la mia esistenza e sbattendomi dove gli pareva. Soprattutto in acqua.

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Ma se ripenso alle scelte più giuste che ho fatto nella vita, quelle che mi hanno regalato i momenti più speciali, in fondo le ho prese tutte così: tuffandomici dentro a caso. Ed è così che il canottaggio è entrato nella mia vita: dal nulla, in ritardo e spaccando tutto.

Avevo tutto sotto controllo

Però, dopo averti lasciato in mezzo alle macerie del tuo mondo appena distrutto, l’arte del remo ti spiega anche come ricostruirlo meglio di prima. Il canottaggio ti porta a misurarti con te stesso in primo luogo, altrimenti non prendi coscienza della dimensione delle tue capacità. E lo fa trascinandoti fino a un punto ben preciso, nascosto dentro di noi, dove tutto si rompe. Ma non bisogna averne paura o tentare di evitarlo, anche se si rischia di farsi male.

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Perché se si decide di correre questo rischio possono accadere cose meraviglioseIo, per esempio, da quel giorno scrivo. E non per disperazione, ma solo come una terapeutica quanto creativa reazione a quello che mi accade. Adesso, in barca affronto un problema alla volta, anche se a volte succede che mi attaccano tutti insieme. E allora capita di ricadere nei vecchi errori. Ma ci sto lavorando. Per il resto, vivo il presente, remando a un metro dalle mie paure. 

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D’altronde, il canottaggio ti prende, ti mette davanti a uno specchio e ti condanna a essere te stesso, costringendoti a guardare negli occhi i tuoi demoni. Ma ti aiuta anche a riconciliarti con Dio. Soprattutto perché, in fondo, sul carrello della nostra barca Dio siamo noi. Così, palata dopo palata, inizi a comprendere quali sono le cose da fare e soprattutto quelle da disfare. Inizi a metterti in discussione, a domandarti chi sei. E finalmente ti dai delle risposte.

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Sei un canottiere e per te non esistono le mezze emozioni. Si ama forte o non si ama per niente. Il canottaggio è grande umiltà e grande arroganza allo stesso tempo. Un perenne oscillare tra gli estremi. Ma per raggiungere il giusto equilibrio, in barca come nella vita, è necessario scendere a patti con molte cose. Allora vieni a patti con te stesso, con le tue imperfezioni, con la tua vita e soprattutto con quelle degli altri. Insomma, cresci. E alla fine comprendi che tutto quello che hai trattenuto l’hai perso. Ti resta solo quello che hai dato.

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