Un Angel caduto dal cielo ovvero tutti primi sul traguardo del mio cuore

Sembrava un angelo caduto dal cielo. Dall’Olimpo delle divinità greche, direttamente nel lago di Aiguebelette, in Francia. è questa l’immagine che mi rimarrà per sempre scolpita nella memoria di Angel Fournier Rodriguez, gigante cubano del canottaggio scolpito nell’ebano. E lo ricordo benissimo, come se fosse ieri.

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Era il 7 settembre del 2015. Campionati del mondo di canottaggio di Aiguebelette. E dalle acque di quel lago montano ho visto emergere Angel Fournier. E le prime parole che mi uscirono dalla bocca furono: «Ragazzi una domanda tecnica. Ma le acque del lago montano di Aiguebelette alimentano la grotta di Lourdes? No perché io sapevo che con il freddo ci si “ritirava”. Ma quindi se cado in quel lago, poi ne riemergo così? È perfetto anche il colore, il nero va con tutto. Si sa».

Arrivederci Angel

Tra l’altro, mi appassionai subito a questo singolista per la spregiudicata tattica che utilizzava in ogni gara: tutto, altrimenti lascia stare. E lui sprigionava potenza ad ogni palata, facendo immediatamente il vuoto dietro di sé. Per i primi 1000 metri. Poi, pian piano, veniva risucchiato nel gruppo, finendo spesso nelle retrovie, anche se qualche podio riusciva a centrarlo ogni tanto. E io lo amavo soprattutto per questo suo atteggiamento spavaldo, che non ha mai cambiato. Questo gettare continuamente tutti gli atomi del suo corpo allo sbaraglio, senza gestire mai le energie.

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Il destino, poi, ci ha fatto incontrare di persona l’anno successivo, al 25° Trofeo SilverSkiff. Non abbiamo incrociato le prue dei nostri singoli in acqua, come sarebbe stato opportuno per due atleti di livello come noi. Bensì abbiamo incrociato le rispettive forchette, durante il buffet organizzato nella sede della Reale Canottieri Cerea la sera prima della gara. E dietro questo gigante c’era un ragazzo simpaticissimo, alla mano e soprattutto un uomo con la capacità di riempirsi il piatto mai vista prima di allora. D’altronde, 198 centimetri di muscoli per 108 Kg di peso andavano nutriti.

 

E adesso siamo qui a salutarci, perché il destino cinico e baro ha deciso che a soli 35 anni per Angel era arrivato il momento di tagliare il traguardo. Un’ultima gara, dove a tradirlo è stata quella cosa che ha fatto innamorare di lui me e tutte le persone che hanno avuto la fortuna di incontrarlo: il suo cuore. Immenso, ma sfortunatamente fragile.

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