Valerio Massimo, ovvero la storia degli One Million Boys

Non è durante un’Olimpiade che vengono scritte le storie più belle sul canottaggio. Perché questo sport è come un iceberg: la parte più grande si trova sott’acqua. La curiosità mi spinge a fare domande e coinvolgere persone. Perché per fortuna, è in superficie che affogo.

Valerio Massimo stringe tra i denti la sua medaglia d'oro ai Mondiali del 2004
Valerio Massimo stringe tra i denti la sua medaglia d’oro ai Mondiali del 2004

 

Le mie fonti principali sono gli ex atleti della Nazionale. Ragazzi che hanno vissuto talmente tante avventure, una più strana dell’altra, da riempire migliaia di pagine. Tuttavia, ogni volta che tento di approfondire, mi sento dare sempre la stessa risposta: chiedi a Valerio Massimo. E così faccio.

La storia degli One Million Boys

C’è un rapporto speciale che mi lega a questo puntista del Posillipo, campione del mondo nel 2004. E non solo perché è stato lui a mettermi al collo la mia prima medaglia. Valerio Massimo ha tutto quello che serve a un cacciatore di storie: una formidabile memoria e nessun pelo sulla lingua. Così, tra i tanti racconti di cui si favoleggia in giro, gli ho chiesto di parlarmi di un episodio che lo vede protagonista: gli One Million Boys.

Valerio Massimo
Valerio Massimo

Valerio Massimo: «Dovete sapere che nel 2001, Giuseppe La Mura selezionò un gruppo di ragazzi in cui credeva molto e con i quali formò un otto. Oltre a me, detto “Cofaniello”, in quanto stavo nel cofano dell’otto, c’erano Paolo Loriato, Andrea Rebek, Lorenzo “il maestro” Porzio, Sergio Canciani, Niccolò Mornati, Marco “Safà” Salzano e Dario Dentale. Quell’anno, le gare di coppa del mondo non erano andate bene a nessuno. Né ai big dell’otto giunto quarto a Sydney, né a noi giovani, forse ancora un po’ troppo acerbi. Allora, prima dei test al remoergometro previsti all’inizio del raduno pre-mondiale, il Dottore mise i vari equipaggi a fare delle tirate in barca da 2000 metri uno contro l’altro.

Lorenzo Porzio
Lorenzo Porzio

Con sorpresa di tutti, il nostro otto iniziò ad andare bene. Pian piano prendevamo consapevolezza dei nostri mezzi e anche La Mura era contento. I big, invece, che non riuscivano a esprimersi ai livelli cui erano abituati, vennero divisi in due quattro senza. L’obiettivo del Dottore era allenare quei due quattro senza, fargli fare un paio di settimane di raduno, rimetterli in forma e poi batterci più avanti. Tuttavia, dopo la prima settimana, noi giovani iniziammo a soffrire tantissimo. La nostra barca faticava, mentre loro sembravano andare un po’ meglio. Ma comunque niente di eccezionale.

Valerio Pinton
Valerio Pinton

Tanto bastò per lamentarsi con La Mura. Gli dissero che si sentivano pronti e che se li avesse rimessi sull’otto ci avrebbero fatto un mazzo così. Dall’alto della sua esperienza, il Dottore rispose: “Ragazzi, lasciate stare. Non è il momento. Voi perdete”. E quelli insistevano “Eh, perdiamo un cazzo!”. Allora, La Mura fece la sua proposta: “Visto che siete così sicuri, facciamo una scommessa. Se vincete, vi do un milione a testa. Se perdete, ognuno di voi darà un milione ai ragazzi”. Accettarono subito, perché sapevano di essere forti ed erano sicuri di vincere. In effetti, erano 5/8 dell’otto Olimpico: Raffaello Leonardo, Valerio Pinton, Marco Penna, Mario Palmisano e Gioacchino Cascone. Con l’aggiunta di Lorenzo Carboncini, Mattia Trombetta e Pasquale Panzarino. Insomma, lievt a nanz! 

Lorenzo Carboncini (a sinistra) e Mario Palmisano (a destra)
Lorenzo Carboncini (a sinistra) e Mario Palmisano (a destra)

La gara fu organizzata verso sera e da Sabaudia vennero molti allenatori a vederci. Sugli spalti, c’era tutto il resto della squadra, che naturalmente tifava per noi. Nel canottaggio non si tifa mai per i favoriti e poi volevano vedere i big cacciare i soldi. L’unico problema era il timoniere. Con noi venne Fabio Rolando, perché Gaetano Iannuzzi, nonostante avesse fatto tutta la preparazione con noi, volle gareggiare con i big. Diceva che quelli erano i suoi ragazzi. Così li chiamava. E insieme ai suoi ragazzi prese una bella mazziata. Infatti, vincemmo noi con 7/8 secondi di vantaggio. (Gaetano Iannuzzi ha confermato che quelli erano e saranno sempre i suoi ragazzi, ma ricorda di non essere stato presente alla selezione per motivi di lavoro. Al suo ritorno, invece, guidò gli One Million Boys al mondiale di quello stesso anno, ndr).

Gaetano Iannuzzi
Gaetano Iannuzzi

Siccome carrello pagava carrello, il mio milione me lo diede Gioacchino Cascone, che forse in questa “sceriffata” era l’unico che non c’entrava. Gli altri scommisero quasi a cuor leggero, perché erano single e senza figli, ma lui teneva famiglia e la cifra gli pesava. Provai a non prenderlo, ma lui accettò la sconfitta e volle onorare l’impegno. Visto che i timonieri non erano compresi nella scommessa, decidemmo comunque di dare 100.000 lire a testa al nostro.

centomila
Uno dei dieci pezzi da cento che Raffaello Leonardo diede a Lorenzo Porzio. Questa fu autografata con l’augurio di una lunga carriera. Tre anni dopo, vinceranno insieme il bronzo in 4- alle Olimpiadi di Atene

A distanza di tanti anni, ci tengo a dire ai big che con quei soldi ci feci una bella vacanza, comprai alcune cose a Rieti e altro. Insomma, tutti quanti facemmo un po’ i cazzoni a spese loro. Il migliore fu Paolone Loriato, che andò subito a comprarsi una Playstation 2, con la quale passammo il tempo in raduno. Dario Dentale, invece, mise un biglietto di ringraziamento nella bacheca del centro Federale per ringraziare il Panza (Pasquale Panzarino) per la vespa che si è potuto comprare grazie a quella somma. E da quel momento ci chiamammo gli One Million Boys».

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