Dite a Laura (Basadonna) che l’amo

Nei suoi celebri Scartafacci, lo scrittore Vannuccio Barbaro diceva che anche l’incontro di un attimo può essere amore. Per cadere ai piedi di Laura Basadonna, ex azzurra di canottaggio, mi è bastato molto meno.

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Galeotta è stata una foto che l’atleta dell’Esperia Torino ha pubblicato sulla sua pagina Facebook: uno sguardo uggioso sulla città della Mole, mentre lei si allena correndo lungo la sponda del Po. A commento una frase: lascia che piova pure. Questa è la storia di un piccolo grande amore.

Laura (Basadonna): ditele che l’amo

In un anonimo giorno, nonostante siano lontani chilometri (non solo geograficamente), un ex atleta della Nazionale italiana e un canottiere cialtrone e un po’ ammacchione non sono mai stati così vicini. Lei si allena sotto la pioggia di Torino, ascoltando Tutte le strade portano a te di Ligabue, lui sta per andare al lavoro sotto una pioggia battente. E a Milano quando piove il cielo non lacrima. Piscia.

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Lei sa che un canottiere non teme le debolezze del clima. E’ sola, ma in cuffia Ligabue le ricorda che nonostante il vento tiri, tagli il respiro e spinga un po’ più in là, non ce la farà a cambiarla. Perché quando è sola è più forte. Anche lui apprezza Luciano, ma di allenarsi con questo tempo non se ne parla. D’altronde, si ricorda di essere un napoletano solo quando piove.

La foto pubblicata su Facebook da Laura Basadonna
La foto pubblicata su Facebook da Laura Basadonna

Però accade una cosa: vede la foto, legge la frase, riconosce la canzone. La borsa della Canottieri San Cristoforo giace in un angolo. Sorride e le dice “vieni un po’ qua, fammi sentire il mare al centro di questa città”. Così si prepara: vestiti d’ordinanza, scaldacollo, sciarpone dolomitico, cappello di lana, guanti in pelle nera da serial killer, caschetto, cerata da pesca d’altura. Anche la borsa è pronta. La adagia nel cestino della sua city bike, nera come quella di Batman. Parte. Oggi Milano è la sua Gotham City.

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L’acqua ghiacciata gli sferza il viso, ma lui è felice. Gli sembra di stare in barca. E lungo il tragitto pensa alla sua musa e il suo cuore viaggia come quello di un Moccioso qualunque: tre metri sopra il cielo. Emulo del Petrarca, anche lui ispirato da una Laura, le dedicherà uno scritto. Ogni colpo di pedale esce fuori un verso (poetico), poi all’improvviso un grugnito (meno poetico). C’è baruffa nell’aria. In maniera violenta e imprevedibile gli viene in mente la Legge di Howe: ognuno di noi ha un piano che non funzionerà

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Perché l’acqua che cade dal cielo si sta trasformando in neve. Allarga le braccia e la sente cadere. Inganno, tradimento! Era preparato alla pioggia, ma non a lei. La neve se ne frega. Lo sa bene anche Ligabue. In questa favola il finale non è lieto, ma amaro. Come la vita. La borsa rimane lì a guardarlo, intonsa. Anche oggi. Almeno l’ha portata a fare un giro. Magra consolazione, perché possiamo prenderci tutto il sole che c’è, ma se le strade che portano al canottaggio sono piene di neve, ci si può sbagliare eccome. Maledetto Ligabue. Comunque, dite a Laura (Basadonna) che l’ha amata. E’ stato solo un attimo, ma bellissimo.

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