Un centimetro di gloria

Nel mondo del canottaggio, la strada per l’Inferno è lunga duemila metri e ha sei corsie che vanno tutte nella stessa direzione. Ed esiste un solo modo per arrivare al traguardo: percorrere quella via un centimetro alla volta.

fotofinish

Ecco che cos’è l’arte del remo: una questione di centimetri. In gara c’è chi da tutto e chi, invece, molto di più. La differenza tra chi vince e chi non ci riesce è tutta qui. Perché non c’è margine d’errore. Basta un mezzo passo falso, un’incertezza e non ce la fai.

La gloria? Questione di un centimetro

Chiedetelo a chi, dopo una gara bellissima, si vede sfilare dal collo una medaglia d’oro al fotofinish per colpa di un maledetto centimetro. E nonostante la delusione, nessuno tira in ballo il fato. Perché un vero canottiere sa che in questo sport la fortuna non esisteLa barca che taglia per prima il traguardo non si trova mai lì per caso. Me lo disse Gigi Ganino tempo fa. Poi, possiamo credere anche alle favole, raccontarci quello che vogliamo, ma il canottaggio è questo. E’ tutto qui, in quel centimetro davanti alla nostra prua.

barca

Ecco dove finiscono le rinunce e i sacrifici. I litri di sudore e le lacrime versate. Le ore spese sul remoergometro, gli allenamenti massacranti perché ogni colpo in acqua sia migliore di quello che l’ha preceduto. Facciamo tutto per quel centimetro. E quei duemila metri sono un vero Inferno. Perché in gara non ci sono time out o sostituzioni. Non c’è spazio per fermarsi, bere un sorso d’acqua o prendere un respiro più lungo degli altri. Puoi fare un’unica cosa: resistere. Fino a quando non è finita.

remi-in-acqua

A volte basta un centimetro e tocchi il fondo. A un passo dal c’ero. Quaggiù, libero dalle pretese di chi ti chiede la perfezione, senza averla. Qui, esentato dall’obbligo di dovercela fare sempre. Ti siedi, chiudi gli occhi e lasci andare anche le lacrime. Perché come ha scritto Enrica Tesio piangere fa bene. Non aiuta a guarire prima, ma almeno inganna l’attesa. Perché anche se ripartire è il vero trauma, un canottiere sa che dovrà farlo. Ancora una volta. E scalare di nuovo le pareti di quell’Inferno. Un centimetro alla volta. Allora, citando il Conte Nudo, ci si vede in cima ragazzi. Che risalire appartiene solo ai migliori.

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