Francesco Rofi: la rivincita del master

La mia storia è molto singolare: volevo essere un canottiere per davvero. Nel 1987 ho vinto il titolo di Campione italiano nel singolo ragazzi ed ero considerato uno dei più promettenti junior italiani. Gareggiavo insieme ai fortissimi Filippo Soffici, Rossano Galtarossa, Davide Tizzano.

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Ero riuscito a entrare nel giro della Nazionale, ma per motivi di lavoro e soprattutto di “testa” ho appeso i remi al chiodo (ero stato anche chiamato dal responsabile della Polizia per entrare nella squadra agonistica).

La rivincita del master

Ho passato gli ultimi 25 anni della mia vita a rivedere e pensare cosa mi ero perso. Ogni volta che guardavo le Olimpiadi o una semplice gara regionale di canottaggio, mi arrivava una pugnalata al cuore. Fino a quando, dopo 25 anni, ho deciso di riprendere i remi in mano. E’ stato subito amore, mi sembrava che il tempo si fosse fermato e ripartito come quando ero Junior. Peccato che gli anni non erano più 16, bensì 42. Tuttavia, avevo da chiudere un cerchio e mi sono buttato a capofitto in allenamenti massacranti con i Senior della mia società, la Canottieri Limite, e con il mitico Lorenzo Carboncini.

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I risultati sono arrivati quasi subito e in un anno ho vinto tutto quello si poteva vincere nella categoria Master e anche nella Coppa Italia Senior (Campione italiano Master Remergometro 2013, Campione Italiano singolo Master 2013, Campione del Mondo Singolo e Doppio Master 2013). Lo so benissimo che non sono gli allori che avrei potuto collezionare a 20 anni da professionista, ma per me va bene lo stesso!

Gli allori vinti da Francesco Rofi da Master
Gli allori vinti da Francesco Rofi da Master

Ho voluto raccontare la mia storia, perché i giovani non facciano il mio stesso errore e coltivino questo sport faticoso, ma bellissimo e soprattutto PULITO, fatto di fatica e sacrificio. Auguro a tutta la squadra azzurra che parteciperà a Rio 2016 i migliori risultati, ma anche a chi non riuscirà ad andare alle Olimpiadi, dico che non deve avere rimpianti e continuare ad essere un canottiere, perché il canottaggio forma la vita».

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