Come sarebbe bello se il Mondo fosse come il canottaggio
Sono convinto che il Mondo sarebbe un posto migliore se fosse come il canottaggio. Un luogo dove il talento è un dono prezioso, ma il successo è un mestiere. Dove non conta essere “alti”, ma all’altezza. Perché in barca solo chi lavora di più e meglio degli altri taglia per primo il traguardo.

Un posto dove l’importante non è partecipare, ma stringere la mano guardando negli occhi chi è stato più bravo di te. Un luogo dove puoi vincere o perdere, ma dove nessuno viene lasciato indietro. Soprattutto quando le cose si mettono male. Perché nessuno meglio di un canottiere conosce il reale significato di un’espressione oggi fin troppo abusata come “siamo tutti sulla stessa barca”.
Se il Mondo fosse come il canottaggio
Far parte di un equipaggio, infatti, richiede la totale consapevolezza delle responsabilità che questo comporta. In barca non meriti nulla. Devi guadagnare il tuo posto tutti i giorni con un impegno totale, sia fisico che mentale. Non si parla di “vittoria o sconfitta”, ma di esserci gli uni per gli altri e dare il meglio di sé. Bisogna essere positivi, affabili, pazienti, generosi e soprattutto affidabili.
Il Mondo, invece, funziona esattamente al contrario, dominato da una logica clientelare ed egoista. Ed ecco allora che l’umanità è sì “sulla stessa barca, ma condannata ad andare alla deriva, in attesa di colare a picco in meno di tre minuti come l’orgoglio della Marina Britannica: il Titanic. Perché prima o poi, in questa crociera senza meta sulla quale siamo imbarcati, arrivano improvvisi anche gli iceberg e i mari in tempesta.
E citando Andrea Pinketts, “quando piove, piove. In certi casi pioviggina, a limiti estremi grandina. Ma quando piove, piove. Hai voglia di credere che sia solo vapore acqueo e che, certo, domani il cielo sarà azzurro come in una canzone napoletana. Ma quando piove, piove. E ogni volta può essere il diluvio universale”. Ed è proprio lì, quando “piove merda”, che le persone dimostrano il loro reale valore.
Perché guarda caso, sempre citando Pinketts, la pioggia è obliqua. Come a dire che nella vita non c’è niente che vada per il verso giusto. Allora capisci che il cielo è un mare all’incontrario e ogni tanto te lo dimostra. Così, c’è chi al primo accenno di “pioggia marrone” nemmeno si presenta all’allenamento, lasciando i suoi compagni nei guai. E chi, invece, come un vero canottiere, non teme le debolezze del clima e guardando negli occhi i suoi compagni di barca fa una promessa solenne, a se stesso e agli altri: “E’ in arrivo una tempesta. Non posso promettervi che insieme la eviteremo. Ma giuro che sarò al vostro fianco a bagnarmi insieme a voi”.